La goletta Beatrice e il sarcofago di Micerino in fondo al mare

di Redazione 4.381 views0

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Il faraone egiziano Menkaure, meglio noto come Micerino, fu il sesto sovrano della Quarta Dinastia, ma soprattutto una delle figure più note della storia egizia, a causa della piramide a lui dedicata: il suo nome, inoltre, è strettamente legato a una tragedia nautica del passato, l’affondamento della goletta Beatrice. Ma bisogna andare per ordine per conoscere nel dettaglio questa storia. Il fascino suscitato negli archeologi dai misteri che circondano questo faraone non è mai scemato, soprattutto dopo che il suo sarcofago venne ritrovato e perso immediatamente in fondo al mare. Cosa successe di preciso? Nel 1837 il colonnello britannico Richard William Howard Vyse riuscì a scoprire la stanza in cui era conservato questo stesso e prezioso sarcofago, con la bara in pietra che in tanti avevano cercato ma invano.

Sono oltre centosettanta anni che si sta provando a localizzare questo tesoro così prezioso, eppure, nonostante la tecnologia moderna non si è riusciti a raggiungere un traguardo importante. L’imbarcazione in questione, la nave mercantile Beatrice, stava navigando verso Londra, più precisamente verso il British Museum della capitale inglese, ma il suo viaggio non ebbe un felice esito, anzi nei pressi di Alicante (la tratta prevista comprendeva i porti di Malta e Gibilterra), vi fu l’affondamento citato in precedenza. Il carico della stessa Beatrice includeva anche altre antichità importanti e di pregio. Possibile che tutti questi reperti siano così inarrivabili? Una delle missioni archeologiche più importanti è stata quella di tre anni fa, quando un team egiziano preparò nel dettaglio una spedizione per il recupero di tale sarcofago.

Le ipotesi più accreditate indicano che la nave si trova proprio in acque spagnole, non lontano da Cartagena, ma sicurezze vere e proprie non ce ne sono. Anche in quella occasione, però, i risultati da mostrare al mondo furono scarsi; tra l’altro, in caso di un esito favorevole, si porrebbero dei problemi non indifferenti, visto che si tratta di reperti egiziani da destinare al Regno Unito e in acque spagnole.

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