America’s Cup: arriva il ricorso di Alinghi, ma Oracle non ci sta

di Redazione 398 views0

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Prosegue la vicenda giudiziaria nell’ambito della 33° America’s Cup, che sembra davvero non trovar pace. Alinghi, il detentore del trofeo nonché organizzatore della prossima 33ma edizione, ha depositato due ricorsi all’Alta corte di New York la quale, in una precedente sentenza, aveva invalidato la posizione del team spagnolo “Desafio” come “Challenger of Record”, ovvero “primo degli sfidanti” sostituendolo con il team Usa Bmw-Oracle. Secca peraltro la replica di Oracle, per bocca di Tom Ehman: “La procedura legale di Alinghi è infondata” afferma infatti il portavoce del team statunitense.

Nello specifico, il primo ricorso è relativo a questo argomento; in particolare, gli avvocati della Società nautica di Ginevra sostengono che non è venuto meno il requisito regolamentare dell’organizzazione di almeno una regata annuale da parte del club cui il team spagnolo afferisce.

Il secondo, più fondato e rilevante, riguarda invece la sfida lanciata sulla base del “Deed of Gift” (l’Atto di donazione, che stabilisce alcune delle regole base della competizione velica, ndr.) dagli statunitensi, e cioè una disfida a due su enormi catamarani. Per gli avvocati di Alinghi una tale regata non sarebbe conforme alle “leggi” che regolano l’America’s Cup in quanto Bmw-Oracle non ha fornito sufficienti informazioni in merito al tipo di imbarcazione.

Il “certificato” di questa ipotetica barca non sarebbe insomma abbastanza chiaro da consentire una regata “fair”. Sottolineano i legali di Alinghi che il documento pubblicato dal Golden Gate Yacht Club (cioè Bmw-Oracle) descrive uno yacht a chiglia (dislocante) “che è per definizione un monoscafo” mentre fornisce delle misure di 90 piedi per 90, che sono le misure di un catamarano.

Il prossimo appuntamento ufficiale dei due contendenti di fronte al giudice di New York è fissato per il 14 gennaio, mentre la comunità velica internazionale sta a guardare e vede allungarsi ancora a volta i tempi della 33° edizione dell’America’s Cup, certamente la più travagliata della sua lunga e gloriosa storia.

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