Congo, un sistema satellitare contro la pesca illegale

 Le autorità portuali del Congo stanno tentando in tutti i modi di porre un freno alla pesca illegale nelle loro acque territoriali: l’intento è piuttosto chiaro e intuibile, ovvero assicurare la sopravvivenza alle principali risorse ittiche e migliorare la qualità del cibo. L’ultima misura in ordine temporale è un sistema di sorveglianza tramite satellite che è in grado di monitorare tutte le imbarcazioni dedite alla pesca e che operano nelle zone marittime della nazione africana. Il Vessel Monitoring System, questo il nome ufficiale dello strumento, dovrebbe consentire una copertura pressoché totale da questo punto di vista, o almeno ne è convinto Dieudonnè Kiessiekiaoua, il quale fa parte del Dipartimento congolese della Pesca. Sarà proprio il ministero a seguire, tramite un monitor, ogni singola operazione in tempo reale: finalmente, sembra sorta una nuova consapevolezza dell’importanza di preservare le specie attuali per venire incontro alle generazioni future.

Guardia Costiera Porticello: operazione Mare Sicuro 2011

Continua l’operazione Mare Sicuro 2011 senza sosta da parte degli uomini della Guardia Costiera di Porticello, alla guida del Comandante Tenente di Vascello (CP) Silviamaria Malagrinò. Dopo i primi 15 giorni dall’inizio delle attività la Guardia Costiera ha dovuto effettuare diversi interventi, in ultimo quella di sabato in cui si erano perse le tracce di un peschereccio uscito a largo per una battuta di pesca.

I familiari sono stati ore ad attendere notizie nei locali della Guardia Costiera e con il passare del tempo ormai si era pensato al peggio, ma dopo il tenace intervento delle motovedette coadiuvato da un elicottero della Guardia Costiera fatto decollare dalla base aerea di Catania, il peschereccio è stato finalmente avvistato a circa 30 miglia a nord di Ustica, tutti gli appartenenti all’equipaggio erano in ottima salute. Sono in corso le attività di indagine per capire l’accaduto.

Capodoglio intrappolato da due giorni in una Spadara in Calabria


Ancora un grande cetaceo, un capodoglio di 12 metri questa volta, è rimasto intrappolato in una spadara, uno strumento di pesca fuorilegge da anni ma ancora largamente usata nei nostri mari, a causa di un’incoerenza della politica e della mancanza di assidui controlli. Da due giorni, il Capodoglio lotta tra la vita e la morte, letteralmente “incaprettato”, con testa e coda imprigionate, a 7 chilomteri da Cetraro nell’alto Tirreno cosentino. Da ieri pomeriggio è costantemente monitorato da motovedette della Guardia di Finanza, delle Capitanerie di Porto e da esperti del WWF ma il mare forza 5 ha costretto tutti a desistere dall’intervenire ieri notte. Il Capodoglio si agitava furiosamente lottando contro la morte con l’enorme rete che avvolgeva quasi tutto il corpo e la mandibola.