Carapace, lo yacht che diventa sottomarino

di Valentina Cervelli 503 views0

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Un superyacht che diventa sottomarino: un’idea che ha dell’incredibile, il cui progetto a firma di Elena Nappi, architetto navale dell’Università di Roma La Sapienza, rappresenta senza dubbio il risultato di estro, studio e di un approccio alla nautica rivoluzionario rispetto a quello a cui siamo abituati.

Yacht ibrido di lusso

Tutto questo perché offre la possibilità di offrire ad un eventuale armatore la possibilità di contare su una imbarcazione di lusso ed al contempo su in microcosmo di sicurezza capace di “sparire” agli occhi indiscreti del mondo: chi lo ha definito un “nascondiglio top secret” non ha di certo sbagliato definizione. Carapace è una barca imponente: lunga ben 256 piedi è in grado di viaggiare ad una velocità di superficie di 16 nodi ed è capace di resistere anche 10 giorni consecutivi sott’acqua.  Senza dubbio questo yacht si adatterebbe ad un usufrutto industriale o politico importante: chi disturberebbe una riunione sottomarina ad un massimo di 985 piedi? Ma allo stesso tempo, proprio per sua natura sarebbe in grado di offrire il top dell’esperienza come yacht di lusso grazie alle sue terrazze prendisole, cabine VIP.

Una nave forse per pochi armatori, ma senza dubbio unica nel suo genere per la disposizione degli spazi e la sua capacità di immersione.

Un progetto nautico importante

Come già sottolineato, Carapace è stato studiato da Elena Nappi in ogni particolare essendo stato il suo progetto di tesi in Architettura navale: è per questo che non solo il lusso è presente e sfarzoso, ma è stato anche pensato per venire incontro, sia in superficie che sott’acqua alle necessità dei passeggeri con mobilità ridotta. L’architetto, attualmente impiegata per la società italiana di costruzioni navali Fincantieri ha spiegato al Mirror:

Il sottomarino è un veicolo navale progettato per navigare sia in superficie che in immersione. Chi compra una barca non ha bisogno solo di una barca, ma ha bisogno del mare, di sentirsi libero, di sognare, di emozioni, di sentirsi realizzato e apprezzato, di provviste per stare lontano per molto tempo, di sicurezza, di prestigio, confort, belle esperienze. Oggi, in vista delle imbarcazioni sempre più grandi da sfoggiare al porto, il contatto con l’acqua è stato perso ed è tempo di ripristinarlo.

Il progetto di Carapace, tra le altre cose, è stato premiato anche nella categoria Esordienti, sezione Nuovi Progetti alla 15° edizione del concorso internazionale “M.Y.D.A. – Millennium Yacht Design Award”: vedere questa nave in azione sarebbe davvero un’esperienza unica. Anche senza avere la possibilità di usufruirne.

Photo Credit | Elena Nappi

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