Industria marina, le potenzialità dell’esplorazione dei fondali

di Redazione 201 views0

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L’industria marina è portatrice attiva di diversi settori molto importanti, alcuni dei quali scarsamente interessati, e altri caratterizzati purtroppo da insoddisfacenti regolamentazioni in materia. Uno di questi esempi è riguardante l’esplorazione dei fondali marini, sui quali numerosi Paesi, emergenti e non, sembrano aver deciso di porre rinnovata attenzione, nell’ottica di un miglioramento dello sfruttamento economico della risorsa marina, senza tuttavia perdere d’occhio la visione ecocompatibile del settore industriale.

Uno degli esempi più recenti ci è offerto dall’Arabia Saudita. Il Paese ha infatti iniziato alcune nuove attività nell’esplorazione dei fondali marini, con escursioni che potrebbero risultare determinanti per quanto concerne la scoperta e il successivo utilizzo ecosostenibile di nuove risorse energetiche.

L’Arabia Saudita, allo scopo di cui sopra, ha già lanciato diversi interventi per organizzare e coordinare le attività, come ad esempio la costituzione di una commissione generale che si occuperà di predisporre e ordinare studi e analisi statistiche sullo stato di salute dei fondali antistanti le proprie coste, accompagnando inoltre la formazione di tali studi con la preparazione di percorsi formativi molto ampi, per generare risorse umane specializzate nel comparto.

Quanto sopra dovrebbe poter permettere al Paese di compiere nuovi investimenti molto importanti nel settore dell’industria nautica. Per tale motivo, le principali compagnie produttrici di imbarcazioni esplorative sono molto attente per cogliere le improvvise esigenze da parte della nazione.

L’Arabia Saudita, con una vastissima estensione di linee costiere, può in effetti ben rappresentare uno dei mercati maggiormente emergenti e dinamici in tale settore. La nostra attenzione, in questo contesto, non può tuttavia che spostarsi nei confronti della necessaria tutela dell’ambiente marino, la cui protezione non può essere posta in secondo piano rispetto alla necessità di riscontrare nuove risorse, diversificando il bacino attuale. La speranza è pertanto che i piani di sfruttamento della risorsa marina vengano costruiti in maniera veramente ecosostenibile.

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