Il successo dell’iniziativa dipenderà in larga misura dalla corretta introduzione del nuovo modello economico, con l’acciaio a dominare come accade dal 1865, quando furono aperte le prime officine di Piombino. Il confronto tra un passato non troppo lontano e il presente è abbastanza impietoso, i lavoratori che sono impiegati dalla siderurgia e dal porto sono in declino, quindi bisogna agire presto e con decisione. L’acciaio può tornare a risplendere, ma soltanto a patto che il suo rilancio coincida con quello del turismo, della nautica, dei servizi e delle varie attività che sono legate all’ambiente e alla green economy.
Si tratta di obiettivi troppo ambiziosi per una città non grandissima come Piombino? Il comune si sta già mobilitando e le varie strategie sono state indicate, ma non devono rimanere soltanto su carta. Tra l’altro, le istituzioni territoriali, le parti sociali e l’autorità portuale dovranno continuare a svolgere il loro prezioso gioco di squadra, lasciando alla siderurgia il posto di primo piano che merita in tutto e per tutto, visti i suoi collegamenti con il mondo del lavoro.
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