Ports of Auckland rischia ben quattro giorni di sciopero

di Redazione 382 views0

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Ports of Auckland ha fatto sapere di attendere ben novantasei ore di scioperi tra oggi e il prossimo 1° gennaio: in effetti, non sono stati raggiunti risultati soddisfacenti dopo le trattative con la Maritime Union e questa è la conseguenza più immediata. L’amministratore delegato della società portuale, Tony Gibson, ha comunque parlato di piccoli passi in avanti, ma la strada da percorrere è ancora moltissima. D’altronde, Garry Parsloe, numero uno del sindacato in questione, ha già programmato le varie manifestazioni di protesta per i prossimi dieci giorni. Le mediazioni tra porti e unione sono state poco produttive, come gran parte dei meeting precedenti: un ripensamento sugli scioperi potrebbe avvenire soltanto in presenza di qualche progresso per quel che concerne il contratto collettivo di lavoro.

Lo stesso Gibson ha inviato nel corso della giornata di ieri una lettera ai lavoratori, informandoli del fatto che questa soluzione è stata inevitabile, anche e soprattutto a causa dell’incremento di attività da parte del colosso Maersk (venti milioni di dollari di investimento nel porto). I licenziamenti sono per il momento scongiurati, alla luce dei nuovi lavori che saranno necessari per questi servizi di carico commerciale ad Auckland. Novantasei ore di sciopero non sono certo uno scherzo ed è per questo motivo che le parti coinvolte lavoreranno praticamente a braccetto per scongiurare gli effetti più negativi di questo evento.

Quello che ha indispettito il sindacato è stato soprattutto il nuovo turno di lavoro proposto dalla KiwiRail, la quale si occupa dell’elettrificazione della struttura portuale oceaniana: l’aumento di dieci punti percentuali degli orari giornalieri non è stato affatto digerito, ma non è detto che non vi siano spiragli per una discussione proficua da questo punto di vista. Tra l’altro, Gibson ha confermato che c’è il rischio di licenziamento per quaranta dipendenti, in particolare nell’ambito dell’area dei terminal, ma sarà un compito specifico di Ports of Auckland quello di ridimensionare tale numero.

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