America’s Cup, prima prova: oggi si riprova

di Redazione 70 views0

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Il 10 febbraio, mercoledì, non si è potuta disputare la prima prova della 33 America’s Cup. Il Comitato di Regata ha cercato a lungo di posizionare il campo di regata, ma alla fine, alle 12.00, ha rinunciato alla competizione a causa delle condizioni in mare. Venerdì (oggi, ndr) si tenterà di nuovo, con segnale di attenzione previsto per le 10.00.
Il comitato di regata aveva comunicato che la partenza sarebbe stata rimandato di almeno due ore, spostando il segnale di attenzione alle 11.56. La mattina, dopo aver analizzato l’ultimo bollettino meteo, il Direttore del Comitato di Regata Harold Bennett (NZL) è uscito in mare per verificare le condizioni del mare.
Alle 12.00, Bennett comunicava dal mare la sospensione della giornata di regate, a causa delle condizioni sfavorevoli e rimandando i team alla prova di venerdì (oggi, ndr), che consisterà nuovamente in una regata a bastone di 40 miglia. Il segnale di attenzione è previsto per le 10.00.
Alle 16.30, il Direttore di Regata ha tenuto una conferenza stampa (trasmessa in diretta sul sito www.americascup.com) per spiegare la situazione attuale e descrivere i motivi che l’hanno portato all’annullamento della prova di mercoledì 10 febbraio.

DICHIARAZIONI DI MERCOLEDI’ 10 FEBBRAIO

Harold Bennett (NZL), Direttore di Regata della 33 America’s Cup:

Stamattina ho deciso di uscire in mare per verificare personalmente la situazione sul campo di regata. Siamo rimasti nell’area circa tre quarti d’ora: il mare era molto agitato, con grandi onde da nordest e vento da Ovest. Il vento non era un problema, con una media di 17-18 nodi, ma lo stato del mare era abbastanza duro. Se il mare fosse stato più tranquillo, avremmo potuto dare la partenza, ma rientrando in porto abbiamo trovato molta onda. E’ difficile calcolarne la portata: i meteorologi ci hanno parlato di onde di 1,3 metri, però sono sicuro che fossero almeno di 2 metri. Verso la costa il mare era più calmo: ho pensato che con una prova di tre miglia avremmo potuto avere una magnifica giornata di regata. Però questo scenario è completamente diverso da quello della precedente America’s Cup. In questa occasione si tratta di 400 miglia quadrate. Il campo di regata è la vera sfida.. Abbiamo ricevuto informazioni meteo da entrambi i team e dalle due boe meteorologiche, poste una a 24 miglia a largo e l’altra verso la costa: abbiamo diversi canali di informazione. Capire come funzionano queste imbarcazioni è un lavoro complesso, anche per noi. Per barche oceaniche quelle di oggi potevano essere condizioni possibili, ma non per questi multiscafi, per i quali sono convinto che oggi non ci fossero le condizioni per regatare. L’ultima cosa che vogliamo è che capiti un incidente e qualcuno possa farsi male”:

Murray Jones (NZL), stratega di Alinghi:
“Le onde erano il problema principale. Credo che nell’area di partenza salissero fino a 1,3 metri di altezza, con picchi fino a 1,8 metri. A mio avviso hanno preso la decisione giusta a lasciarci a terra.”
Loïck Peyron (FRA), afterguard di Alinghi:
“Ho l’opportunità di imparare qualcosa ogni giorno. Mi piace saltare da una barca all’altra. Un anno fa stavo girando il mondo in solitario, ed ora sono in team con regatanti di questo calibro. E’ molto interessante timonare di una barca così, dietro a Mr Butterworth e davanti a Mr Warwick (Fleury) e Simon (Daubney), star che ho seguito sui giornali per anni, ed ora mi tocca dirgli “ok ragazzi, dobbiamo fare così..”E’ la prima volta che posso sperimentare in una sola volta la potenza di un multiscafo oceanico con l’accelerazione di un multiscafo leggero”.

James Spithill (AUS), timoniere di BMW ORACLE Racing:
“Noi abbiamo voglia di uscire in mare, è evidente. Pensiamo che probabilmente alle 10.00 di oggi poteva esserci una “finestra”, ma riconosco che sia più facile dirlo da fuori. Credo che Harold Bennett sia la persona giusta per fare questo lavoro, e mi fido totalmente di lui. Saremmo stati più che disposti a navigare con le condizioni di stamattina, con queste onde; abbiamo navigato a San Diego con onde di 2 metri, 2 metri e mezzo, però ovviamente, ci sono altre variabili: la frequenza, la direzione, eccetera. Da quando abbiamo iniziare a navigare qui il mese scorso, abbiamo avuto giornate fantastiche, però in questo sport abbiamo a che fare con questo. Credo che con le due barche che abbiamo, dobbiamo effettuare prove corrette, siamo tutti d’accordo. Non è colpa di nessuno, tantomeno di Harold: è solo colpa del tempo”.

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