Alinghi intervista Carlo Borlenghi, il leggendario fotografo nautico

di Redazione 415 views0

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Carlo Borlenghi, italiano, 52 anni, sposato con Alessandra, è uno dei migliori fotografi di nautica del mondo, probabilmente il migliore, ma non chiedetelo a lui: Carlo è tanto professionale quanto modesto. Borlenghi ha cominciato a lavorare 30 anni fa quando era studente di ingegneria all’università. La fotografia era il suo hobby preferito e gli consentiva nello stesso tempo di guadagnare i primi soldi.

Carlo, quando sei entrato a far parte di Alinghi?
Sono entrato nel team nel maggio 2008

Quali sono state le tue precedenti esperienze in Coppa America?
Nella 32° ho lavorato per AC Management. In precedenza ero stato il fotografo di Prada nelle campagne del 2003 e del 2000, mentre 1992 ero con Il Moro di Venezia. Prima ancora avevo lavorato per Italia nel 1987 e con Azzurra nel 1982, in quella che fu la mia prima esperienza di Coppa America.

Come ti trovi con Alinghi?
Sono contento di lavorare al’interno di un team come Alinghi, dove tutte le persone che ho incontrato sono realmente professionali nel loro settore, ma nello stesso tempo modesti e assolutamente collaborativi. Per me i rapporti umani hanno molta importanza e anche in questo senso c’è una fantastica atmosfera nel team.

Digitale o pellicola per te?
Digitale. Non ho dubbi. La qualità ormai è talmente elevata che puoi ottenere tutti i risultati che vuoi con le macchine fotografiche digitali.

Hai mai calcolato quanti “click” hai fatto nella tua carriera?
No, ma posso dire che nel corso di un classico giorno di lavoro, con buone condizioni meteo, di solito non scatto mai meno di 1.000 fotografie. Questo per 200 giorni l’anno negli ultimi 30 anni. Se facciamo i conti, si tratta senz’altro di tanti scatti. (il totale è di circa 6.000.000 di scatti).

Un posto dove non sei ancora mai stato?
L’Antartico. Spero proprio che qualcuno mi inviti da quelle parti al più presto.

A parte la vela, che tipo di foto ti piace fare?
Mi piace fare qualcosa di artistico, ma sempre collegato alla vela. Ho pubblicato alcuni libri nella mia carriera e i soggetti sono sempre stati le vele, i velisti, le onde o il mare, magari interpretati in modo particolare, ma sempre loro.

La fotografia per te è più passione o più lavoro?
Non so davvero dov’è il confine. È passione perché non mi annoio mai, anche se lavoro tantissime ore al giorno. Dal punto di vista professionale, ho bisogno di evolvermi in continuazione. Imparo molto dai miei clienti per essere sempre capace di offrire loro quello che chiedono e questa sfida continua a piacermi.

Hai trascorso molti anni nel mondo della vela, pensi di essere capace di prendere un timone in mano e di regatare su di un percorso completo?
Non credo proprio! Forse potrei essere in grado di regatare per un lato di bolina o qualcosa di più, ma sicuramente non per una distanza maggiore. Alcuni anni fa ho fatto una vacanza in barca a vela con mia moglie. Eravamo in Nuova Zelanda. A mia moglie la vacanza è piaciuta molto, ma credo di averla fatta impazzire!

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