Sul Pacifico in barca a remi, il diario di bordo di Alex Bellini dopo 134 giorni di mare

di Redazione 369 views0

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Aggiornamento sull’impresa di Alex Bellini, il rematore solitario che sta attraversando l’Oceano Pacifico a bordo di “Rosa di Atacama II”, una barca a remi. Bellini è all’134° giorno di navigazione, e quasi quotidianamente affida al proprio diario, pubblicato sul suo sito internet, i racconti e le impressioni della sua impresa in pieno svolgimento. Queste le sue parole.

“Continua la serie positiva. Dopo le 41 miglia di ieri oggi mi sono addirittura superato. Il mare si è un po’ tranquillizzato, rimane sempre nervoso, ma non crea problemi. Per chi mi ha ascoltato oggi a Scatole Cinesi avrà sentito la conclusione a cui sono giunto: o la Polinesia mi ha preso in simpatia e mi vuole avvantaggiare il più possibile oppure le sto tanto antipatico che ha deciso di prendermi a calci e sbattermi fuori dalla porta quanto prima. Che sia una o l’altra la risposta, mi vanno bene entrambe. Qui si vola letteralmente. Una spiegazione più scientifica me l’aveva offerta Manubrio qualche tempo fa, quando mi trovavo all’imbocco delle isole.

L’effetto Venturi è quell’aumento di velocità del moto dell’acqua quando viene sottoposta ad un aumento di pressione e in questo caso la pressione aumenta per effetto della riduzione della profondità dell’oceano e anche perchè le isole intorno a me fanno da strozzatura, come un imbuto. Per capire meglio pensate ad un corso d’acqua, un ruscello, quando incontra una zona meno profonda… non vi da l’idea che sia più veloce? Beh, ecco quello non è un miraggio. Ho detto che la profondità dell’oceano si sta riducendo. Infatti tra pochi giorni passerò sopra ad una catena montuosa e farà sì che la profondità passi dai -5000 metri attuali fino ai -900. Un bella differenza. Speriamo non nasconda sorprese!

Non voglio perdermi a parlare d’altro e arrivo subito al dunque della giornata. Ormai avrete visto la foto quindi non è più una sorpresa. Alle 11.30, dopo l’aereo di lunedì, oggi ho avuto l’incontro con un peschereccio, Lady Chris di Tahiti! Verso le 11 stavo facendo una piccola pausa per un sorso d’acqua e per dare tregua alle parti basse e mi guardavo un po’ in giro (da tutta la mattina continuavo a dirmi che era una tale bella giornata che era impossibile non incontrare nessuno!) quando ad un certo punto noto, verso NW, una piccola sagoma squadrata che interrompe il pacifico piattume dell’orizzonte. Era così lontana che neanche con il binocolo (difficile da utilizzare nel continuo beccheggio della barca) riuscivo a capire che genere di barca fosse.

Sulle prime ero deciso a lasciarmela scappare e mi ero pure rimesso a remare poi, con un improvviso ripensamento mi son detto che valeva la pena provarci, anche solo per dire “Ciao”. Prima con lo specchietto di segnalazione, poi con la radio, ho provato a contattarli finchè mi hanno risposto. Quando ho specificato che ero partito da Lima con direzione Australia sicuramente avrò anche detto di essere su una barca a remi, ma dall’altra parte sembrava non avessero capito perchè si sono limitati a dire “Ah, ah tres bien!” (con la stessa gioia di chi viene svegliato da un pisolino). Poi però, un secondo dopo, il capitano mi ha chiesto dove avessi la vela perchè non riuscivano a vederla. Allora gli ho ripetuto che andavo a remi. Apriti cielo! Questo sì che era interessante. La voce si è fatta subito più attenta e mi ha fatto capire che sarebbero arrivati da me. Che dura farsi capire con il mio francese, mannaggia! Venti minuti dopo, quella scatola di fiammiferi che avevo visto in lontananza ce l’avevo a fianco e ci stavo, ad ogni onda, sbattendo contro.

Anche da vicino, però, l’idea era quella di una scatola di fiammiferi: tutta carenata e squadrata, non un bel peschereccio! E così eccomi davanti a facce di esseri umani. E’ stato molto emozionante raccontare tutta la storia fino a qua (chissà cosa avranno capito?). Ho consegnato al capitano 2 cd di foto e video pregandolo di spedirle a Francesca. Per paura che dicesse “Sì, sì ” e poi non lo facesse gli ho addirittura strappato la promessa, ma senza pensare che ci trovavamo in mare!!! Speriamo!!! C’è un però… infatti, se ricordo bene, mi hanno detto di essere per mare da 2 settimane e non sbarcheranno prima di altre 2 quindi i tempi di recapito saranno abbastanza lunghi. Dico fine agosto! Ero molto curioso di guardarli in faccia, questi uomini della Polinesia. Ne sono rimasto un po’ deluso perchè se si esclude uno, quello a sinistra nella foto, che sembra un mohicano con tanto di tatuaggio che gli saliva da una gamba e aveva l’aspetto che ti aspetti – tanti capelli ricci e fini e lineamenti…. direi… un po’ effeminati, gli altri potevano tranquillamente provenire da ogni angolo di mondo tra la Turchia e il Messico. Si sono dimostrati molto gentili e più di una volta mi han chiesto se avessi bisogno di cibo o altro. Bastava che mi facessero quel piacere, per il resto ero contento anche solo averli visti.

Mi sono presentato e loro, 4 in tutto, mi hanno dato un pezzo di pagina di quaderno con scritti i loro nomi. Curioso il fatto che solo il capitano avesse un cognome! Tra i nomi c’era un Paskini ed un Tiurai, ma anche un Philippe e un Jean Claude. Stringere le loro mani è stato come stringere la mano di una statua di marmo. Callose, dure, spesse e ruvide come la barriera corallina che difende le loro isole dal mare. Mani di gran lavoratori. Soprattutto quella del capitano, così grande che con la mia sono riuscito a prenderne solo metà. A pensarci bene non ho visto un argano per la raccolta delle reti… lo farà il capitano, a mano!!

Stringere le loro mani è stata un’esperienza “metafisica” come se mi avessero preso e portato a fare un giro sulla loro terra a rotolarmi sulla sabbia bianca e finissima, a bere latte di cocco sotto l’ombra di una palma mentre il vento ne scuote i rami, sentire l’odore di legna bruciata e di un porcellino selvatico che cuoce sopra e poi a tuffarmi nelle acque chiare e poco profonde della laguna prima di far ritorno, con un battito di ciglia, lì, nel bel mezzo di niente! Ho ripreso con la telecamera e scattato molte foto poi ci siamo salutati ed ognuno ha ripreso la propria strada. Ciao Lady Chris. Cari i miei marinai, mi ricorderò a lungo di voi e ti prego, Signor Capitano…. spedisci i cd!!!”

L’ultima posizione rilevata per Bellini è 13°49′56.00” S e 146°52′56.00” W. E’ comunque possibile controllare dove si trova la “Rosa di Atacama II” in qualsiasi momento tramite il sito di Alex cliccando QUI.

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