Parziale ripensamento del Giappone nella sua scelta di proseguire la caccia alle balene malgrado le proteste piovute su Tokyo dai governi di mezzo mondo. Da oggi in poi la flotta di baleniere del Sol Levante attualmente impegnata nell’Antartide non ucciderà più le megattere, specie ritenuta a rischio di estinzione, senza però rinunciare a portare avanti l’obiettivo di catturare complessivamente circa mille esemplari entro l’inizio del 2008. A dare l’annuncio dello stop, precisando che durerà uno o due anni, è stato un portavoce del governo giapponese. La scelta fa seguito alla decisione australiana di spedire unità della guardia costiera per pattugliare le acque antartiche a caccia di prove da utilizzare in un eventuale processo contro il Giappone davanti alla giustizia internazionale.
“La nostra scelta dovrebbe avere l’effetto di migliorare le relazioni con l’Australia – ha osservato il portavoce del governo giapponese – ma dipende da come viene accolta. Gli australiani danno un nome ad ogni megattera, per le quali provano sentimenti di grande affetto, qualcosa che io non riesco a capire, ma in Australia è un vero e proprio sentimento nazionale”.
Le quote fissate originariamente dal Giappone per la caccia alle balene (che Tokyo si ostina a definire una “missione scientifica”) prevedevano l’uccisione di cinquanta esemplari di megattere. In Giappone la carne di balena è considerata una prelibatezza gastronomica.
(da repubblica.it)
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